RIDE- Rete Italiana per il Dialogo Euromediterraneo

GRUPPI DI LAVORO “UNIVERSITÀ E ISTRUZIONE” & “COOPERAZIONE
GIOVANILE, IMPRENDITORIALITA’ SOCIALE E VOLONTARIATO”
Roma, 18 luglio 2016

Università telematica Uninettuno

La seconda parte della riunione, di carattere operativo, ha coinvolto direttamente associazioni intervenute riunite nei due gruppi:


“Università e Istruzione”, coordinato dalla Prof.ssa Marisa Garito, membro del Comitato esecutivo RIDE, cui hanno partecipato Arije Antinori (Senior Expert for Organized Crime and Terrorism-EC), Gianpiero Barbuto (Responsabile Uff. Spec. Relazioni Int.ali Università della Calabria), Alessandro Caforio (delegato UNINETTUNO), Michele Fasano (Presidente SATTVA FILMS production and school), Simone Misiani (Università di Teramo e LUMSA), Marco Ricceri (Segretario Generale EURISPES), Filippo Sartor (Responsabile dell’Unità Professionale Progetti internazionali a livello extraeuropeo dell’Università di Bologna), Elena Sergi (Prospettive Mediterranee) e Georgia Tramacere (Teatro Koreja);


Enrico Molinaro, introducendo i lavori del gruppo, ha sollecitato i partecipanti a esprimersi cercando di proporre iniziative ed idee che possano avvantaggiare e rafforzare l’operatività della RIDE nel suo insieme.


ArijeAntinori (Senior Expert for Organized Crime and Terrorism-EC),Michele Fasano (SattvaFilms) e MarcoRicceri (EURISPES) hanno proposto agli altri membri del gruppo di lavoro la costituzione di un pensatoio Euro-Med presso il MAECI per elaborare e sviluppare proposte e progetti a favore della RIDE ed al servizio del MAECI.


Alessandro Caforio (UNINETTUNO, in sostituzione del RettoreMaria Amata Garito assente giustificata) ha descritto le attività già realizzate e i progetti in corso di realizzazione portate avanti da UNINETTUNO: programmi di formazione professionale, spazio euromediterraneo
per la formazione superiore, “Istruzione senza confini”(portale telematico che offre una serie di servizi a supporto per l’integrazione degli immigrati), servizio di accertamento delle competenze professionali, corsi di lingua e database con nomi di medici specialisti disponibili a fornire servizi sanitari di base agli immigrati (progetto “Buona Sanità).

Tali iniziative – la cui partecipazione può essere estesa ad altri partner– hanno lo scopo di fornire un’offerta formativa per un’educazione civica allargata.
Alla domanda di Molinaro sul valore aggiunto diUNINETTUNO alla Rete, Caforio ha risposto che l’università telematica, ad esempio, potrebbe contribuire sviluppare unasponsorship per trovare fondi che finanzino altre borse, oltre a quelle già fornite da UNINETTUNO (che ammontano a 50).


Filippo Sartor (Università di Bologna) ha sottolineato l’importanza di fare rete e creare rapporti con altri attori non universitari, portando come esempio il network con le comunità delle diaspore.


Gianpiero Barbuto (Università della Calabria), entusiasta del coinvolgimento delle università nei gruppi di lavoro RIDE, ha sottolineato allo stesso tempo i pregi e i difetti degli enti universitari: tra i primi, il fatto che sono portatori di idee, tra i secondi la mancanza di un collegamento con la base e le altre istituzioni. L’università, davanti al grave problema della
immigrazione, dovrebbe contribuire a disincentivare i flussi migratori con la realizzazione di progetti coordinati. In particolare, l’Ufficio Relazioni internazionali dell’Università della Calabria ha pensato all’idea di un consorzio tra gli Uffici Relazioni internazionali delle università italiane ed alcune istituzioni di ricerca con vocazione formativa, in collaborazione
con la RIDE, il MAECI, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo ed il MIUR.
L’obiettivo è quello di sviluppare un’azione didattica e formativa, in collaborazione con il MAECI (settore Cooperazione allo Sviluppo) ed il MIUR ed in sinergia con le agenzie governative dei paesi di origine degli studenti iscritti alle università italiane, al fine di costituire un pool di attori impegnati nella realizzazione di percorsi di alta formazione per gli
studenti immigrati in Italia nell’ottica di rendere possibile una migrazione di ritorno ed una successiva inclusione nei territori di provenienza. In questo modo l’Italia valorizzerebbe il capitale umano dei paesi in via di sviluppo – formando figure professionali qualificate negli ambiti di intervento previamente concordati con le istituzioni dei paesi di provenienza – trasformandolo in motore di crescita socio-economica nei paesi di provenienza in cui si svilupperebbero così ricerca e l’innovazione. Inoltre, si incrementerebbero contemporaneamente in Italia dei poli di informazione sui paesi di origine dei migranti che potrebbero essere utilizzate per aggiornare e migliorare le banche dati delle istituzioni
nazionali ed europee, attualizzando ed orientando in modo concreto ed efficace le politiche della Commissione europea in tema di progetti di cooperazione internazionale e decentrata e sul tema delicato della gestione dei flussi migratori. La realizzazione di un simile progetto richiede, ovviamente, programmi congiunti e disponibilità di fondi. Il primo passo da
compiere in questa direzione potrebbe essere quello di individuare i paesi e le aree che sono più sensibili e formulare una proposta di lavoro per realizzare questo progetto all’organismo istituzionale di competenza, in questo caso la Conferenza dei Rettori, nel contesto della CRUI (idea condivisa da Sartor), compiti questi che potrebbero essere svolti dalla RIDE. Un utile modello di riferimento potrebbe essere l’Investment Talent in Italy.


Filippo Sartor ha sottolineato l’importanza di coinvolgere non tanto le ambasciate quanto la altre reti nazionali per il dialogo euromediterraneo ed enti come le camere di commercio locali.


Enrico Molinaro, ribadendo la volontà politica di fare rete, ha sollecitato i partecipanti del gruppo di lavoro (in particolare UNICAL, autore della proposta, ed UNINETTUNO delegata a coordinare il gruppo, a preparare una bozza scritta che possa essere presentata formalmente come iniziativa RIDE.


Marco Ricceri ha menzionato l’esperienza della rete delle università dei BRICS, sottolineando sia la funzione RIDE al fine di valorizzare la rete universitaria, sia l’importanza della cooperazione tra le università stesse che può e deve essere funzionale al dialogo euromediterraneo.
Alla base deve ovviamente esserci chiarezza sul significato di “dialogo” –
compito che spetta al Ministero definire– e sulla mission della ooperazione italiana (business o dialogo?). Ricceri ha sottolineato l’importanza di ascoltare le esigenze dei migranti e di creare, a tal proposito, una rete di università che sia competitiva con quella dei BRICS, presente nel Mediterraneo.


Arije Antinori ha individuato come target interessante quello degli studenti di ingegneria, più facilmente suscettibili di farsi coinvolgere in associazioni terroristiche; un simile target potrebbe essere indirizzato verso fronti alternativi a quello dell’odio.


“Cooperazione Giovanile, Imprenditorialità sociale e Volontariato”, coordinato dal Dott. Giovanni Serra (Coop. Sociale Dignità del lavoro) e membro del Comitato esecutivo RIDE, cui hanno partecipato IskenderForioso (ERI – EuropeanResearchInstitute – Torino), Laura
MulaycaEnriello (ISA – InterreligiousStudies Academy – Torino), Giuseppe Rotunno (Comitato Collegamento di Cattolici per una Civiltà dell’Amore – Milano), Concetta Bruno (Associazione Come Una Marea – Palermo), Flavia Margaritelli (Associazione Osservatorio Salute e SicurezzaRoma), Enrica Miceli (Prospettive Mediterranee).
“Definire obiettivi comuni per far convergere l’impegno dei diversi membri della RIDE”: è questa indicazione generale di metodo il principale risultato della riunione del gruppo di lavoro.
Il gruppo, riunito per la prima volta e consapevole dell’assenza di una parte dei membri, ha deciso di lavorare ad una prima istruttoria delle questioni sul tappeto, che possa servire da base per un successivo incontro da convocare in settembre e ad uno ulteriore da svolgere in occasione dell’Assemblea Generale della Rete.

Le questioni, infatti, sono ampie. I tre temi: giovani, imprenditorialità sociale e volontariato sono diversificati, pur essendo in parte riferibili a quel mondo che in Italia è denominato “terzo settore”. Condividerne definizioni e problemi è un primo obiettivo. Declinarne i riferimenti in relazione alla dimensione mediterranea è una sfida complessa.
Per questa ragione, il gruppo ha condiviso l’idea di darsi del tempo ed un metodo di lavoro che conduca – progressivamente ed in forma partecipata – ad assumere scelte di indirizzo sulle attività da intraprendere.
Ciò anche nella consapevolezza che la forza maggiore della RIDE risiede non nelle risorse di cui essa dispone in quanto ente, ma nella dimensione di rete di soggetti piccoli e grandi, ciascuno dei quali può far convergere i propri sforzi e le proprie risorse su obiettivi comuni, se questi saranno definiti insieme.
Il metodo partecipativo nel lavoro della Rete, dunque, diventa una esigenza cruciale.
I lavori del gruppo sono stati svolti mediante una modalità di “visualizzazione”, consistente nel consegnare a ciascun partecipante il “potere” di influire sulla riflessione comune attraverso brevi input scritti, collocati in un cartellone visibile e commentabile da tutti.
La figura che segue riproduce il cartellone al termine dell’incontro.
La prima fase è stata finalizzata a rompere il ghiaccio ed a far emergere le parole chiave, costruendo una nuvola di parole per ciascuno dei tre temi in gioco.
Successivamente, il tempo maggiore è stato dedicato alla questione “Giovani”, mettendo in comune le percezioni circa le principali problematiche relative a quest’area ed aggregandole in “cluster” omogenei. Fra le questioni emerse, si trovano gli aspetti motivazionali e di fiducia del mondo giovanile. Un’enfasi particolare è stata posta sui limiti delle proposte verso i giovani: nella dimensione aggregativa ad alto valore aggiunto; nella dimensione di consapevolezza; nella adeguatezza informativa delle proposte, specie in relazione alle diverse fedi religiose. È emerso anche il tema del rapporto fra giovani immigrati in Italia e paesi di provenienza, realtà non adeguatamente valorizzata in relazione alle sfide del dialogo e dello sviluppo dei Paesi di origine. Infine, è emerso un elemento di preoccupazione circa la reale autonomia dalle istituzioni governative dell’associazionismo giovanile di alcuni Paesi mediterranei.
Durante la discussione, ancora in termini embrionali e non esaustivi, sono emerse alcune piste di possibile lavoro. Ribadito che la sfida principale è identificare insieme alcuni obiettivi comuni su cui far convergere l’impegno dei diversi membri RIDE, si è ipotizzata la realizzazione di momenti di scambio informativo che valorizzino le conoscenze parziali sui diversi contesti mediterranei che ciascun membro RIDE può acquisire attraverso le proprie attività, allo scopo di comprendere meglio le dinamiche politiche, sociali, economiche e culturali presenti nei Paesi mediterranei e di orientare adeguatamente le attività dei membri.
Si è ipotizzato, inoltre, che i temi emersi nel lavoro comune possano trovare occasione di approfondimento in seno alla vita ordinaria degli enti appartenenti alla Rete.